Di grande interesse storico e architettonico, situato a Savignano alto, è testimonianza di un passato importante e denso di storia. Al suo interno spicca il Castello di Savignano, noto fin dal 1026, la cui struttura è dominata da una torre in sasso sotto la quale si apre un arco sormontato da un affresco raffigurante la Madonna col Bambino. Secondo alcuni studi la struttura originaria, a pianta romboidale, sorgeva sulla sommità del colle, poi ampliato e fortificato con tre ordini di mura e torri.
La Chiesa Parrocchiale
Della Chiesa Parrocchiale di Savignano si ha notizia in documenti del 1027 e del 1033. L'impianto odierno risale però ad un rifacimento del 1746, quando venne costruita e dedicata alla Madonna Assunta. L'esterno presenta una facciata piuttosto sobria e disadorna, mentre nell'interno, caratterizzato da una sola navata sovrastata da una volta a botte, si aprono cinque cappelle e la tribuna al livello del presbiterio. Le pareti mostrano decorazioni ad affresco del modenese Pietro Vilo (1858) oltre che opere dei pittori Celeste e Angelo Bergamini e Ugo Lucerni da Parma. E' qui conservato anche l'originale in gesso del Compianto, eseguito dal pittore e scultore Giuseppe Graziosi (1879-1942), patinato da Ugo Lucerni. Nella Cappella della Madonna del Rosario si trova un dipinto del XVIII del bolognese Paolo Varrotti raffigurante i SS. Caterina da Siena e Domenico, mentre nella Cappella del SS. Crocifisso è custodita una tela del modenese Francesco Vellani (1688-1766) rappresentante i SS. Antonio Abate, Francesco d'Assisi, Antonio da Padova e Biagio Martire.
MuseiIngresso e visite guidate gratuiti
Il Mosaico Riscoperto
Scoperto nel 1897 dallo storico ed erudito savignanese Arsenio Crespellani lungo l’antica via Claudia vicino a Savignano sul Panaro, il mosaico policromo decorava l’ambiente di una ricca dimora di campagna degli inizi del V secolo d.C.
L’elegante pavimentazione venne lasciata sul posto e ricoperta di terra. Come unica testimonianza rimase un acquerello dipinto dall’artista savignanese Giuseppe Graziosi che ne metteva in evidenza la raffinata fattura.
Nel 2010 il mosaico è stato nuovamente oggetto di indagini archeologiche in occasione dei lavori per la realizzazione di una rotatoria da parte della Provincia di Modena che ne ha finanziato il distacco ed il restauro.
Questo reperto, davvero unico, dopo l’esposizione temporanea presso il Lapidario Romano dei Musei Civici di Modena, può ora essere ammirato presso la Casa natale di Giuseppe Graziosi in località Mulino di Savignano s.P., a poca distanza dal luogo della scoperta.
Il grande mosaico distaccato e rimontato presso la Casa del Graziosi si sviluppa su un intreccio geometrico di ottagoni e cerchi, con al centro una decorazione figurativa racchiusa entro una corona di foglie d’alloro realizzata impiegando anche tessere in vetro rosso e verde e testimonia una committenza ricca e raffinata, che attraverso il lusso degli ambienti intendeva sottolineare il proprio status sociale.
Per informazioni e visite guidate : biblioteca comunale, tel. 059-731439
info@comune.savignano-sul-panaro.mo.it
In merito a questa opera, dichiara Antonio Sgroi: " Mi era stato dato un tema per niente facile. Potevo scadere nel banale, nel celebrativo, e finire col fare il solito monumento. Ho pensato a una dimensione più universale. Il labirinto è l’intrigo mafioso, ma è anche le costrizioni, le angosce in generale. La fanciulla che si libera è un segno di speranza, di vittoria. Anche l’acqua l’ acqua che sovrasta il labirinto della vita; il labirinto è sommerso come la mafia che nel sommerso agisce".
Note critiche di Vladimiro Zocca: La composizione architettonica scolpita da Antonio Sgroi ha saputo riconoscere quanto il valore della memoria possa arricchire i contenuti sociali di una comunità che vuole ricordare l’azione della giustizia nella libertà fino al sacrificio della vita. (…) La simbologia è trasparente come l’acqua che scorre e si riversa alla base della figura femminile. L’acqua in movimento si fa strada in un labirinto (…); è il labirinto dell’intrigo mafioso, inteso non ideologicamente, ma generalizzato in tutto ciò che si oppone al benessere della società e delle singole coscienze. (…) Nella leggera diagonale del corpo proteso, la donna conclude la triangolazione delle braccia nel vertice alto di una melagrana, simbolo mitico dell’immortalità e della rigenerazione. (…) Nella struttura granulare del frutto (…) si intravede il profilo panciuto della preistorica Venere di Savignano. Come se lo scultore intendesse stabilire un fecondo rapporto di amorosa continuità figurativa fra il suo fare arte, il territorio nel quale è nato e i manufatti arcaici racchiusi nella sua terra natale.sto artista ha realizzato anche la scultura monumentale in marmo dedicata ad Antonio Gramsci inaugurata a novembre 2007, che si trova nel Parco di via Gramsci.